Mar 12, 2021 | Articoli, Reviews |
Link all’articolo originale Esordio del compositore marchigiano Ludovico Peroni con un’opera che, spaziando tra più generi musicali, affronta il tema della Shoah. Uno dei lavori discografici del 2020 che hanno meritato grande attenzione è Il Sognatoio, opera di esordio del giovane compositore marchigiano Ludovico Peroni, pubblicato dall’etichetta giapponese Da Vinci Classics. Una experimental opera in 9 scene che nasce come composizione musicale ispirata al tema della Shoah (la partitura ha ricevuto il premio “Teatro Musica e Shoah 2017) intessuta da un testo poetico di Filippo Davoli. “Sognatoio” è una stanza chiusa da una porta misteriosa all’interno di un campo di concentramento, un luogo/non luogo dove è incerta la sorte di chi vi arriva. Come racconta lo stesso compositore. «Ho scoperto la parola Sognatoio (introvabile sui dizionari), citata in un documentario sulla Shoah del 1955 (Nuit et brouillard) del regista Alain Resnais. È una parola che non esiste, ma che in qualche modo riesce a trattenere, tenacemente, le tracce di una speranza disperata». La composizione utilizza forme di linguaggio sonoro tra le più variegate e che testimoniano l’ecletticità “organica” di Peroni. Organica nel senso che non è un modo del compositore di mostrare i suoi gusti raffinati e ricercati; è piuttosto una autentica restituzione dell’humus musicale dentro il quale Peroni è cresciuto: dal rock progressive al jazz , all’ elettroacustico contemporaneo, dalla musica aleatoria al Soundpainting e alla Conduction (una sorta di composizione istantanea guidata dal gesto del direttore). Tecnica, quest’ultima (derivata dai compositori americani Walter Thompson e Butch Morris) che Peroni padroneggia con convincenti risultati insieme ai musicisti della QRO (Quick Response Orchestra) e al clarinettista José Daniel Cirigliano. Con quest’opera Peroni è riuscito a raccontare un soggetto serio, drammatico...
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